Panoramica
Le nanoparticelle di idrossido di calcio disperse in alcol (note anche come nanocalci) sono altamente compatibili
con dipinti murali e opere architettoniche e scultoree realizzate con rocce carbonatiche. Grazie alla loro compatibilità, esse rappresentano una valida alternativa ai metodi tradizionali impiegati per il consolidamento,
come, ad esempio, i polimeri di sintesi, che possono, nel tempo provocare danni irreversibili alle opere su cui sono stati impiegati.
Quando si usano?
Sono numerosi i fattori per cui il materiale a base carbonatica impiegato per dipinti murali e opere architettoniche e scultoree va incontro a fenomeni di decoesione, frammentazione e perdita di resistenza meccanica durante l'invecchiamento naturale. Quando ciò accade, è necessario procedere ad un intervento di consolidamento, al fine di recuperare le originali proprietà meccaniche dell'opera ed evitare ulteriori perdite di materiale.
Come funzionano?
Le particelle penetrano nella struttura porosa del materiale e nelle fessurazioni presenti nell'opera. La reazione di carbonatazione delle particelle, che avviene per interazione con l'anidride carbonica presente nell'atmosfera, fa sì che esse agiscano da legante per il materiale decoeso e per la superficie pulverolenta delle opere d'arte. La dimensione nanometrica delle particelle rende la reazione di carbonatazione particolarmente rapida.
Come si usano?
Le dispersioni di nanoparticelle sono tipicamente applicate sulla superficie da trattare mediante pennello (sopra uno strato di carta giapponese) o a spray. Un impacco di polpa di cellulosa imbevuto di acqua, o la nebulizzazione di acqua sulla superficie, subito dopo l'applicazione, impedisce la formazione di una velatura superficiale e favorisce la reazione di carbonatazione delle particelle. La completa trasformazione dell'idrossido in carbonato avviene tipicamente in 2-3 settimane, a seconda dei parametri termoigrometrici dell'ambiente di lavoro. In alcuni casi può essere necessario ripetere l'applicazione più volte, al fine di recuperare completamente le proprietà meccaniche originali dell'opera su cui si deve intervenire.
Per ulteriori informazioni, si consiglia di fare riferimento alla scheda tecnica.
Bibliografia essenziale
1. Piero Baglioni e David Chelazzi,
Nanoscience for the Conservation of Works of Art, Royal Society of Chemistry, 2013
2. Piero Baglioni, David Chelazzi e Rodorico Giorgi,
Nanotechnologies in the Conservation of Cultural Heritage: A Compendium of Materials and Techniques, Springer, 2014